
In sostanza, si tratta di una manovra che permette ad un aereo in volo di smaltire tutta la sua energia fino a fermarsi completamente una volta al suolo.
A seconda del peso dell'aereo, delle condizioni meteorologiche, dello stato della pista (asciutta, bagnata, innevata ecc.), ci sara' bisogno di piu' o meno spazio.

Chiaramente, gli aeroporti che accolgono voli di linea hanno piste idonee per consentire l'atterraggio in quasi tutte le condizioni.
E' comunque cura dei piloti verificare, durante la discesa, tramite apposite tabelle o programmi computerizzati, che la pista assegnata, in base alle condizioni previste all'arrivo, abbia lunghezza e caratteristiche adeguate.
Dalla quota di crociera alle fasi finali dell'atterraggio, il velivolo viene "guidato" dalle indicazioni impartite dai controllori del traffico aereo (potrai leggere piu' dettagli qui.
Durante la discesa, i piloti fanno rallentare gradatamente l'aereo. Per potere volare ad una velocita' piu' bassa, e' necessario modificare la forma e la dimensione delle ali, e cio' si ottiene tramite dei particolari meccanismi chiamati "flaps" e "slats" (vedi qui).
Seguira', a breve, l'estensione del carrello di atterraggio, e le verifiche finali per essere sicuri che sia tutto a posto.
Una volta giunti in prossimita' della pista, a parte casi molto rari in cui e' necessario proseguire "a vista" fino all'atterraggio, la manovra continua seguendo procedure di alta precisione.
Esistono diversi sistemi per guidare i piloti ad un atterraggio sicuro. Il piu' usato e' l' "ILS".

Quasi tutti gli aeroporti sono dotati di un sistema, detto ILS (Instrument Landing System) che emette due “ventagli” di onde radio, uno verticale ed uno orizzontale, che sovrapponendosi tracciano una specie di "sentiero invisibile"; esso rappresenta il percorso che un aereo deve seguire per atterrare.
I piloti vedono sui loro strumenti delle indicazioni che permettono loro di rimanere esattamente su questo sentiero, fino all'atterraggio, anche se le condizioni atmosferiche non permettessero di vedere la pista fino all'ultimo momento.
In realta', i sistemi a bordo dell'aereo sono in grado di eseguire l'intera manovra in modo del tutto automatico, ed e' quello che succede in caso di visibilita' molto limitata (vedi atterrare e decollare con la nebbia ).
Tali automatismi, infatti, sono in grado di captare questi “ventagli” e manovrare i comandi affinche’ l’aereo si trovi perfettamente in mezzo ad essi. Una volta molto vicini al suolo, altri sensori a bordo “percepiscono” la distanza da terra e manovrano l’aereo affinche’ il contatto con la pista avvenga in modo “delicato”.
L'atterraggio si conclude solo se tutti i parametri vengono rispettati, e se la torre di controllo fornisce esplicitamente l'autorizzazione via radio. In qualsiasi momento, se qualcosa "non torna", la manovra puo' venire interrotta e verra' eseguito il "go around".
Non appena toccata la pista, in poco tempo succedono diverse cose:

Una nota riguardo alla "durezza" dell'atterraggio:
E' comunque cura dei piloti verificare, durante la discesa, tramite apposite tabelle o programmi computerizzati, che la pista assegnata, in base alle condizioni previste all'arrivo, abbia lunghezza e caratteristiche adeguate.
Dalla quota di crociera alle fasi finali dell'atterraggio, il velivolo viene "guidato" dalle indicazioni impartite dai controllori del traffico aereo (potrai leggere piu' dettagli qui.
Durante la discesa, i piloti fanno rallentare gradatamente l'aereo. Per potere volare ad una velocita' piu' bassa, e' necessario modificare la forma e la dimensione delle ali, e cio' si ottiene tramite dei particolari meccanismi chiamati "flaps" e "slats" (vedi qui).
Seguira', a breve, l'estensione del carrello di atterraggio, e le verifiche finali per essere sicuri che sia tutto a posto.
Una volta giunti in prossimita' della pista, a parte casi molto rari in cui e' necessario proseguire "a vista" fino all'atterraggio, la manovra continua seguendo procedure di alta precisione.
Esistono diversi sistemi per guidare i piloti ad un atterraggio sicuro. Il piu' usato e' l' "ILS".

Quasi tutti gli aeroporti sono dotati di un sistema, detto ILS (Instrument Landing System) che emette due “ventagli” di onde radio, uno verticale ed uno orizzontale, che sovrapponendosi tracciano una specie di "sentiero invisibile"; esso rappresenta il percorso che un aereo deve seguire per atterrare.
I piloti vedono sui loro strumenti delle indicazioni che permettono loro di rimanere esattamente su questo sentiero, fino all'atterraggio, anche se le condizioni atmosferiche non permettessero di vedere la pista fino all'ultimo momento.
In realta', i sistemi a bordo dell'aereo sono in grado di eseguire l'intera manovra in modo del tutto automatico, ed e' quello che succede in caso di visibilita' molto limitata (vedi atterrare e decollare con la nebbia ).
Tali automatismi, infatti, sono in grado di captare questi “ventagli” e manovrare i comandi affinche’ l’aereo si trovi perfettamente in mezzo ad essi. Una volta molto vicini al suolo, altri sensori a bordo “percepiscono” la distanza da terra e manovrano l’aereo affinche’ il contatto con la pista avvenga in modo “delicato”.
L'atterraggio si conclude solo se tutti i parametri vengono rispettati, e se la torre di controllo fornisce esplicitamente l'autorizzazione via radio. In qualsiasi momento, se qualcosa "non torna", la manovra puo' venire interrotta e verra' eseguito il "go around".
Non appena toccata la pista, in poco tempo succedono diverse cose:
- entra in funzione un sistema automatico di frenata, che e' dotato di una specie di "ABS" per evitare il bloccaggio delle ruote;
- si sollevano dei pannelli sulle ali, detti "spoilers", che contribuiscono alla frenata (vedi qui);
- vengono azionati i "reversers", dispositivi che permettono di invertire la spinta dei motori.
- si aprono delle valvole che livellano la pressione tra l'interno e l'esterno della cabina.
Una nota riguardo alla "durezza" dell'atterraggio:
non sempre, durante la tua "carriera da passeggero/a", ti capiteranno atterraggi morbidi... ogni tanto, potrai essere vittima di qualcosa che assomiglia di piu' ad uno "schianto controllato"!
Puo' succedere, rientra nel margine di errore che e' concesso ai piloti, e rimane in ogni caso una manovra in assoluta sicurezza. Sappi, comunque, che il contatto con la pista durante l'atterraggio e' influenzato da diversi fattori, tra cui:
- lunghezza e condizioni della pista: su una pista corta, e' desiderabile un atterraggio "fermo" per smaltire parte dell'energia al contatto. Allo stesso modo, su una pista bagnata o scivolosa per qualche motivo, un atterraggio piu' "pesante" garantisce l'immediata aderenza dei pneumatici al suolo;
- tipo di aereo: ogni modello di aereo ha un sistema di ruote diverso, con capacita' e caratteristiche diverse di assorbire il contatto con la pista. In genere, piu' grande e' l'aereo, piu' "morbido" sembrera' l'atterraggio;
- condizioni meteorologiche: le raffiche di vento possono rendere piuttosto laboriosa la manovra di atterraggio, quindi un po' di comprensione!!
In ogni caso, sappi che i carrelli di atterraggio sono progettati in modo da assorbire enormi sollecitazioni senza subire alcun danno.


Vola senza paura!