
Che tipo di "benzina" usano gli aerei? E dove sono i serbatoi? E come ci si regola per la quantità' che serve per un volo?
Innanzi tutto, il carburante utilizzato dagli aerei a turbina e' un tipo di kerosene, che viene chiamato con sigle strane (JP-8, Jet-A1 ecc.) in base alle sue caratteristiche. Se non l'hai mai visto, per darti un'idea assomiglia molto alla benzina che si usa per gli accendini "zippo": quasi trasparente, un po' oleoso.
Ha il vantaggio di resistere molto bene sia alle basse temperature senza congelare (in volo la temperatura esterna può' anche arrivare a -60, -70 gradi), sia alle alte temperature senza prendere facilmente fuoco. Si, infatti, per poter bruciare efficacemente, il kerosene deve essere nebulizzato, come fosse uno spray, ed e' cosi' che viene utilizzato dentro i motori.

Beh, diciamo che ogni spazio non occupato da qualcos'altro e' un ottimo posto per mettere del carburante!
La quantità' maggiore e' in genere contenuta dentro le ali, all'interno di tanti serbatoi distribuiti lungo l'intera estensione alare. Avere carburante dentro le ali fornisce diversi vantaggi, tra cui maggiore semplicità nel tenere l'aereo "equilibrato" man mano che si svuotano i serbatoi, e maggiore capacita' della struttura a resistere agli sforzi e alle sollecitazioni aerodinamiche. Un altro vantaggio negli aerei con i motori sotto le ali e' che, in caso di una avaria catastrofica, tale che non funzionino piu' neanche le pompe del carburante (situazione altissimamente improbabile!), il combustibile puo' comunque scendere "per caduta" ed alimentare lo stesso i motori.
Altri serbatoi sono in genere presenti in una zona sotto il pavimento della cabina, e a volte anche in coda, nel timone verticale.
Una cosa che forse non sai, e' che quasi mai gli aerei fanno "il pieno" prima di partire; per una "macchina volante", mantenere il peso il più basso possibile e' fondamentale; portando più carburante del necessario, si trasporterebbe del peso inutile, che aumenterebbe i consumi, e su voli lunghi potrebbe anche limitare la massima quantità di passeggeri e bagagli trasportabile.
Ma allora come si fa a sapere quanto trasportarne senza rischiare di rimanere "a secco"?
Per ogni volo, un sistema computerizzato calcola in modo molto accurato il consumo previsto, tenendo conto del peso dell'aereo, della rotta, della quota di volo, del vento che si incontrerà, perfino dell'usura dei motori di quello specifico aereo. A questa quantità, poi, per legge, deve esserci del "carburante di riserva", in particolare:
- una riserva che permetta, in caso si interrompa la manovra di atterraggio all'aeroporto di destinazione, di raggiungere un aeroporto vicino, cosiddetto "alternato", che viene deciso in fase di pianificazione del volo in base alla sua utilizzabilità ed alle condizioni meteorologiche;
- una riserva che permetta, lungo la rotta, di raggiungere in qualsiasi momento un aeroporto alternato, nel caso ce ne fosse bisogno;
- una quantità aggiuntiva nel caso lungo la rotta si preveda un tempo meteorologico che richieda delle deviazioni;
- una riserva che permetta di "aspettare" un certo tempo in volo nei pressi dell'aeroporto di destinazione, nel caso si prevedano dei ritardi a causa del traffico aereo, nebbia, cattivo tempo o altro;
- una quantità minima, detto "final reserve" (riserva finale) che si deve sempre avere nei serbatoi all'atterraggio (varia a seconda del tipo di aereo).
Prima di ogni volo i piloti, in base a tutte le informazioni a loro disposizione, valutano se la quantità di carburante calcolata sara' sufficiente o meno, ed hanno eventualmente la possibilita di aggiungerne altro in base alle esigenze.
Ci sono casi particolari in cui, invece, si cerca di caricare la quantita piu grande possibile di carburante. Questo succede quando il costo del carburante all'aeroporto di partenza e' molto inferiore al prezzo all'aeroporto di destinazione, tanto da giustificare un maggiore peso, e quindi un maggiore consumo per quel volo.